Prova di maturità della Dolomiti Bellunesi che non brilla ma passa di misura al “Mecchia”. Quella di ieri per le ospiti è stata la quinta vittoria su cinque in campionato, forse la più difficile, sicuramente la più complicata a livello tattico: il Porto ha ingabbiato per tutta la gara la capolista, non permettendole di esprimere il gioco fatto di scambi e fraseggi tanto caro a Bertuzzi. Le granata meritavano il pari e non escono ridimensionate da questo big match: hanno giocato una gara ordinata, chiudendo gli spazi, ma davanti hanno faticato a creare occasioni.
Le difese, in definitiva, hanno prevalso sugli attacchi e ne è scaturita una gara non piacevole, con ritmi bassi e poche azioni manovrate. Il gioco è stato spesso frammentato a causa delle frequenti rimesse laterali e punizioni dalla trequarti e le occasioni sono sorte soprattutto da tiri dalla distanza. Naturale che in un contesto così equilibrato le sbavature individuali facessero la differenza (i “particolari” di cui aveva parlato Favro qualche giorno prima della gara) e da questo punto di vista il Porto ha concesso qualcosa in più delle avversarie, come dimostra l’azione che ha portato al 20′ del primo tempo alla rasoiata decisiva di Conedera, migliore in campo ieri.
Nel complesso le bellunesi hanno fatto registrare più chances, ma il Porto non è mai uscito dalla gara. La ripresa non ha sorriso alle locali, che hanno perso Tollardo agli albori della ripresa per un colpo molto doloroso al costato e a metà frazione hanno visto Triches C. neutralizzare un rigore di Cecco. Volenterose, le ragazze di Favro nel finale si sono portate più volte nella metà campo avversaria ma, stanche e spuntate, non sono più riuscite a graffiare.