Sia Porto che Triestina erano arrivate allo scontro del “Mecchia” non al meglio: diverse assenze per le alabardate, acciacchi sparsi tra le granata più il forfait nel riscaldamento per Marchesin. Il punto non scontenta in fondo nessuno, soprattutto alla luce delle prestazioni offerte, in entrambi i casi confortanti. Buono il primo tempo del Porto, con due occasioni nitide, una traversa di Feltrin e infine il meritato vantaggio con Codarin alla mezz’ora. L’avvio di ripresa ha detto Triestina: prima rigore conquistato e fallito da Piciullo, pochi secondi dopo il pari con una bordata da fuori di De Chirico. Da qui alla fine nessuna delle due si è tirata indietro. Il pullman della Triestina, forse per errore, parcheggiato davanti alle porte dello stadio non è stato un segno premonitore dell’atteggiamento tattico ospite: nessun catenaccio, anzi nel finale Leban ha provato a vincerla inserendo l’argenteria (Tortolo e Alberti). Anche il Porto è rimasto in partita fino all’ultimo e a ridosso del 90′ prima Tollardo e poi De Fazio hanno mancato di un pelo il bis.
Nel complesso né Porto né Triestina hanno demeritato, semmai il problema di fondo per entrambe è stata la carenza di peso offensivo. Mister Leban (due punti in tre gare contro il Porto), con giuliana schiettezza, ha definito le granata “bestia nera” della sua squadra, facendo i complimenti alla formazione di Favro. Non è un dettaglio: questo Porto, imbattuto da sette partite, è rispettato e si è guadagnato la fama di squadra organizzata e ostica. Domenica prossima, sempre al “Mecchia” sarà derby contro il Nuovo Pordenone 2024.
articolo di Davide Gasparotto
